Ieri ho lasciato correre libere le emozioni quando sono andata a letto, ho pianto (non ho urlato solo per l’orario), ho dormito poco e male, mi sono alzata stanca come tutti i giorni (un po’ più del solito perché sono 3 notti di seguito che dormo 5-6 ore e il mio corpo non regge questi ritmi in questo periodo, quando dormo 9 ore sono meno stanca ma comunque mai riposata né in forza). Ho portato le bimbe a scuola e poi sono dovuta tornare a letto fino alle 11 quasi. Gli occhi mi fanno male ancora, e non è solo per le lacrime, mi fanno male tutti i giorni – e non è un problema di vista. Mi sono forzata a lavorare, anche così, perché ho una consegna oggi. Anche stamattina le emozioni e i pensieri correvano liberi, e così è stato ancora più difficile riposare. Solo che se li censuro è molto peggio, perché mi cancello. Proprio il censurare e mettere da parte pensieri e emozioni mi ha portata fin qui, in questo stato da zombie rincitrullito, che si scrive in agenda anche le cose più banali altrimenti se le scorda. Se invece trovo distrazioni, esco con amici e mi faccio coccolare sto bene, ma l’energia che ne traggo mi dura poche ore e poi sono di nuovo nel sottosuolo.
Ieri hai visto solo la punta dell’iceberg o forse meno ancora. Non sto a raccontarti tutto, non avrebbe senso, il pezzettino qui sopra è rappresentativo della mia attuale vita quotidiana.
Quello che voglio dire è che non sono il massimo come compagnia ora, a volte parlo a volte sto zitta perché se parlassi non farei altro che sputare catrame, roba nera e melmosa, appiccicaticcia, pesante. A volte, invece, mi diverto e rido. Ma chi lo sa quando?
Non mettermi pressione se non rispondo subito, i miei tempi sono a dir poco incerti. Sono molto contenta di parlare con te, è uno scambio prezioso, interlocutori come te non si trovano dietro l’angolo. Ma so poco di come reagisco e reagirò. Tante cose stanno cambiando, tante sono state gettate via, tante riprese…
Mi fanno tanto comodo le coccole, certo, mi piacerebbe molto che tu ti sdraiassi accanto a me e stessi lì e basta, un abbraccio, una carezza. Solo la presenza, il calore… figurati, certo che mi piacerebbe, certo che ci penso. Ma so che le coccole e le carezze che mi mancano e che davvero fanno la differenza sono sempre e soltanto le mie. E queste fanno fatica ad arrivare. Mi costa convivere con me, non so se è il caso di toccare, da vicino, dentro, un’altra persona.
Le parole mi sembrano così stupide e inutili…