Umore incerto, ovvero del senso di incompiutezza

spazio aperto per il pensiero _ ph Moyano Somoya

Quando non c’è una ragione precisa c’è comunque una ragione, troppo grande e pervasiva per essere definita, almeno con poche parole. Non è necessario esplicitare quando le sensazioni hanno il sopravvento.

Il senso di incompiutezza c’è sempre, è una condizione sine qua non della vita consapevole – il prezzo da pagare per vedere. Ci sono periodi in cui ci pesa di più. Anzi, periodi in cui diviene pressoché insostenibile. Vorremmo avere dei confini e una bussola, invece ci muoviamo al buio in un territorio lovecraftiano: geometrie fuori dalla nostra comprensione.

Non ci resta che conoscere noi stessi, paradossalmente l’unico territorio che ci possa offrire una parvenza di certezza. La compiutezza, ahinoi, non è umana.

La tua natura è la ragione primaria del senso di incompiutezza. La tua sensibilità, che oltre alla tua natura deve molto anche alle tue esperienze, ti porta a percepire in modo amplificato certe cose.

Gli altri, ad esempio. La mancanza di profondità. Il vuoto.

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